Un legno elegante, caldo, che vi sorprenderà con le sue sfumature, adatto sia in ambienti moderni che rustici.

E’ uno degli alberi più longevi delle nostre terre e può raggiungere i 500 anni di vita.

E’ un albero dalle grandi dimensioni, può arrivare fino a 30 metri di altezza e la sua chioma ovale  arriva fino a 10 metri di larghezza . La corteccia degli esemplari giovani  è di colore grigio ed ha una  superficie liscia , mentre quelli più longevi hanno una tonalità bruno scura e la corteccia evidenzia  considerevoli  fessure. L’Olmo ha il durame rosso e l’alburno bianco-giallino. La pianta ha una struttura imponente e elegante.

Qualità

La qualità del legname che viene prodotto è molto influenzata dalle condizioni di crescita di questo albero. Quando l’olmo cresce in un ambiente esposto a sud, con terreno bagnato e profondo , la distanza tra un anello di crescita e l’altro viene più che duplicata rispetto ad uno  cresciuto su suolo ripido, asciutto ed esposto a nord. E’ molto fibroso e relativamente leggero. La flessibilità è decisamente buona, infatti è uno dei legni più utilizzati per la costruzione di archi lunghi.

Lavorazione

L’olmo è un legno che si lavora bene. Le diverse fasi di lavorazione come: stagionatura, taglio, piallatura, fresatura, foratura e  incollaggio non risultano difficoltose.  E’ un legno che viene utilizzato per gli arredi, le pavimentazioni e per tutte quelle parti sottoposte a torsioni e trazioni proprio grazie alla sua resistenza ed elasticità.  Non possiamo non ricordare che veniva usato nella costruzione dei vecchi mulini ad acqua e dei suoi ingranaggi.

Impieghi

Oggi viene usato principalmente  per la messa in opera di parquet, per arredi, per gli interni d’auto, per archi e frecce.

Nei secoli l’olmo ha sempre avuto un ruolo nella vita e tradizione dell’uomo e ogni parte aveva un suo impiego:

• Con la corteccia che è particolarmente fibrosa e resistente si facevano stuoie e corde.
• Con le foglie  facevano un ottimo foraggio per i bovini, soprattutto per le vacche da latte.
• Con i rami si sostenevano le viti, infatti si diceva che “la vite si maritava con l’olmo” perché i sostegni ai filari di viti venivano fatti con pali di legno di olmo. Questo sistema era  definito dai Romani  arbustum gallicum perché praticato nella Gallia Cisalpina dove i Galli continuavano la tecnica di coltivazione della vite maritata messa a punto precedentemente dagli Etruschi.

Fitoterapia

I principi attivi contenuti in special modo nella corteccia e nelle foglie dell’olmo, da cui si ottengono i rimedi naturali come tisane, tinture madri, decotti ,si caratterizzano per le proprietà depurative, astringenti, sudorifere, antinfiammatorie e cicatrizzanti. Quest’ultima proprietà  in particolare era conosciuta fin dall’antichità sia in occidente che in oriente per curare ferite.

Storia

Virgilio ci parla dell’olmo sia nell’Eneide sia nelle Georgiche.

In medio ramos annosaque bracchia pandit
ulmus opaca, ingens, quam sedem Somnia vulgo
vana tenere ferunt, foliisque sub omnibus haerent.

Nel mezzo un olmo immenso, ombroso, stende i rami e
le braccia annose: dicono che questa sia la casa
dove stanno di solito i vani Sogni,
appesi, sotto ciascuna foglia.
Eneide VI, 282-249

Quid faciat laetas segetes,quo sidere terram
vertere, Maecenas, ulmisque adiungere vitis
conveniat
Cosa rende ridente la campagna, questo canterò, Mecenate,
la stagione in cui si dissoda la terra,
si legano le viti ai pali di legno d’olmo

 I, 1-3 Georgiche

Anche Calumella, autore latino del De Re Rustica ci parla dell’olmo:

Ulmus, quod et vitem commodissime patitur et iucundissimum
pabulum bubus affert, variisque generibus soli provenit,
a plerisque praefertur.

L’olmo è preferito quasi da tutti, perché sopporta benissimo la vite,
viene in terreni di buona natura e offre ai buoi il cibo migliore.

                                                       De re rustica V, 6,5  Columella

Il Petrarca, ci parla di un olmo che dalle “fronde sogni piove”.

Un olmo v’è che ‘n fronde sogni piove
Da ciascun canto, e che confusamente
Di vero e di menzogna altrui ricopre
(poesia inedita, citata da Angelo De Gubernalis)

Nel periodo medioevale, soprattutto in Francia, era usanza piantare fuori dalla porta del castello un olmo,che oltre a dare sollievo grazie alle sue fronde, era il luogo dove veniva amministrata la giustizia. I giudici che non possedevano un tribunale stabile si chiamavano, infatti, giudici sotto l’olmo.

L’olmo era molto presente nella vita e tradizione  francese, tanto che esiste un espressione: “aspettare sotto l’olmo” che significa che uno dei due contendenti non ha intenzione di presentarsi al confronto e lascia l’altro ad aspettare nel luogo prestabilito.

Enrico IV, re di Francia, chiese che fossero piantati tanti olmi da fiancheggiare  le strade del regno e ne incrementò così la diffusione. Infatti è possibile datare intorno ai quattrocento anni, gli esemplari più vecchi presenti in Francia.

Nel 1526 Enrico VIII fece piantare gli olmi che fiancheggiano il viale del castello reale di Hampton Court.

Fra gli olmi storici ricordiamo l’olmo irlandese di Kildare schiantato da un uragano nel 1776 con una circonferenza di dieci metri capace di coprire con la sua chioma un’area di oltre trenta metri di diametro pari a circa 900 metri quadrati.

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